Piano di monitoraggio amianto

Ultima modifica 4 agosto 2023

L’Autorità Idrica Toscana, in collaborazione con Regione Toscana e Sistema Sanitario, nonché con tutti i Gestori di Servizio Idrico Integrato, ha promosso un sistema di monitoraggio omogeneo sul territorio toscano volto a verificare l’effettiva presenza di fibre di amianto nell’acqua distribuita. Tale metodo determina un “fattore di rischio” in funzione della qualità dell’acqua (aggressività), viste le indicazioni della Circolare del Min. Sanità n. 42 del 1/8/1986, dell’estensione del bacino di distribuzione servito e della percentuale di reti in amianto, attraverso il quale è possibile determinare i punti di prelievo significativi e la frequenza di campionamento. I risultati delle analisi permetteranno di quantificare il fenomeno e valutare le azioni da mettere in campo, che potranno concretizzarsi anche nella sostituzione di tratti di tubazione.

Preme comunque evidenziare che, anche in virtù degli approfondimenti eseguiti e di quanto indicato dall'ISS nel proprio parere, la sostituzione delle condotte, salvo manutenzioni straordinarie necessarie a garantire il servizio, pare non essere a priori una prassi corretta; viceversa la rimozione e lo smaltimento di materiali contenenti amianto risulta un problema acclarato dal punto di vista dell'ambiente e della salute dei lavoratori, che sarebbe accentuato se effettuato su scala massiva e preventiva indipendentemente dall'effettivo stato dei manufatti.

Comunque, a parità di altri elementi, quali età, stato di conservazione, etc…, sarà data priorità, nelle campagne di sostituzione delle tubazioni idropotabili finalizzate alla riduzione delle perdite di rete, a quelle realizzate in cemento amianto.

Con la Determinazione Dirigenziale n. 12 del 19/03/2015, è stata quindi approvata la metodologia per la definizione del Piano di Monitoraggio (vedi Allegato 1) e il Piano stesso (vedi Allegato 3), dando così il via ad una campagna di analisi, da parte di tutti i Gestori toscani, delle acque distribuite e transitanti in reti realizzate con materiali contenenti amianto. In Allegato 2 alla Determinazione il verbale dell’ultimo incontro fra RT, AIT, ASL del 12/03/2015.

Il percorso iniziato in Toscana ha coinvolto anche l’Istituto Superiore di Sanità, chiamato a definire una metodica unitaria per la rilevazione della presenza di fibre di amianto e ad esprimersi in merito ai livelli di rischio di fibre di amianto nelle acque destinate ad uso potabile.

Con propria nota prot. n. 15414 del 25/05/2015, l’ISS ha quindi messo a disposizione degli organi di controllo e dei gestori del SII la metodica di analisi per la determinazione della concentrazione di fibre di amianto nelle acque potabili con la tecnica della microscopia elettronica a scansione (SEM), ma soprattutto ha fornito la propria posizione in merito ai requisiti di idoneità dell’acqua potabile rispetto alla presenza di amianto.

L’ISS conferma che la presenza di fibre di amianto nella rete acquedottistica è probabilmente da ricondurre allo stato della condutture, poste in opera nei decenni passati, a seguito del traporto di acque particolarmente aggressive, a lavori di manutenzione e al danneggiamento delle tubazioni. Qualora il tubo si mantenga integro, non esiste significativo rischio di cessione di fibre di amianto nell’acqua trasportata, specialmente nei casi in cui, proprio a causa delle caratteristiche chimiche dell’acqua, si formi uno strato protettivo di carbonato di calcio sulla superficie interna del tubo (acqua dura).

L’ISS, sulla base delle molteplici considerazioni contenute nel parere, perviene ad alcune conclusioni così sintetizzabili:

  1. Non ritiene che, allo stato attuale, sussistano requisiti di necessità per indicare un valore di parametro per l’amianto nelle acque potabili diverso da quello indicato dall’EPA in 7 milioni di fibre per litro.
  2. Ritiene che la situazione non debba essere percepita come un rischio incombente per la salute pubblica, né per l’eventuale dose di fibre ingerita, né per la concentrazione eventualmente trasferita dalla matrice acqua alla matrice aria.
  3. Non ritiene che vada annesso carattere di priorità, in termini sanitari, ad interventi a tappeto sulle tubature di acquedotto.
  4. Sottolinea l’attenzione alla prevenzione dei rischi da esposizione da amianto aerodisperso per i lavoratori che effettuano interventi di manutenzione/sostituzione delle reti e per la popolazione potenzialmente esposta durante tali interventi.
  5. Pur non esistendo ad oggi un obbligo di monitoraggio, raccomanda di procedere alla valutazione della potenziale presenza di amianto nelle acque potabili, pianificando il controllo e adottando criteri condivisi sito-specifici e metodologie standardizzate, così da evidenziare eventuali variazioni anomale e come base decisionale per la definizione di misure di controllo/mitigazione dell’esposizione.

Successivamente, con la Determinazione Dirigenziale n. 65 del 27/08/2015, dando seguito al parere dell'ISS, l'AIT ha approvato il “Piano di Monitoraggio per la verifica della presenza del parametro Amianto nell'acqua ad uso potabile della Toscana e relative azioni da intraprendere”. Sono state pertanto stabilite le azioni da intraprendere negli anni futuri in funzione dei risultati analitici ottenuti con le campagne di monitoraggio. Tali azioni, individuate in funzione delle diverse concentrazioni di fibre di amianto, prevedono, dal caso più favorevole, un controllo analitico ogni due anni e, nel caso più sfavorevole la sostituzione della condotta. In tutti gli altri casi sono previsti controlli più frequenti e controlli multipli, sia al prelievo che sulla rete.


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